giovedì 25 luglio 2013

"Antica Pisciarelli" 12: l'arco di Grotta Renara

Arco di Grotta Renara, quindicesima tappa del percorso di archeonatura "Antica Pisciarelli".

Acquedotto Paolo: arco di grotta Renara
Il manufatto (inizi del '600), facente parte dell'acquedotto Paolo (che serviva il quartiere di Trastevere a Roma e le fontane di piazza S. Pietro), permetteva ai condotti di superare una seconda volta il fosso di Boccalupo.

Acquedotto Paolo: arco di grotta Renara
L'arco prende il nome da una grotta sita poco distante. 
Sulla fonte dell'arco è ancora possibile leggere l'iscrizione ACQUA / PAULA.

Acquedotto Paolo: arco di grotta Renara

Da una fessura praticata nell'arco è possibile verificare come il condotto trasporti acqua ancora oggi.

Come arrivare.
Risalire per breve tratto la strada di S. Liberato, al P14, quindi svoltare a sinistra al primo o al secondo sentiero. Nel punto in cui i due sentieri si incrociano, in prossimità del fosso di Boccalupo, cercare il coperchio di un tombino raso terra alla strada: alla sua altezza, guardando verso il fosso, cercare tra la vegetazione l'accesso alle sponde. Senza che in un primo istante ve ne accorgiate, sarete già sopra l'arco.
Venendo dagli archi di Boccalupo o da Borgo Paola, basterà discendere la strada comunale in terra battuta, costeggiando il fosso di Boccalupo nel senso di scorrimento delle acque, fino all'unico incrocio che incontrerete lungo il cammino: troverete l'arco sulla destra, nascosto tra la vegetazione.

Particolare di mappa del XVIII sec.

Tappa precedente: cascatelle di Pisciarelli
Tappa successiva: Grotta Renara

lunedì 22 luglio 2013

"Antica Pisciarelli" 6: le "Colonnacce"

Le Colonnacce, sesta tappa del percorso di archeonatura "Antica Pisciarelli".

Le "Colonnacce"
Misteriose e magiche appaiono le Colonnacce al viandante in transito lungo il sentiero che collega la Fiora con il poggio di grotta Renara: lo stupore è tanto più forte quanto il monumento coglie di sorpresa, per esser, oltre che coperto di vegetazione, ad un livello più basso del piano stradale, così che l'occhio si accorge delle colonne soltanto quando ormai si è giunti sul posto.

Una delle colonne
Il sito, decisamente inesplorabile, ma piacevolmente godibile dall'alto, è composto di tre ambienti rettangolari tagliati longitudinalmente da una fila di 16 colonne, resti di quella che fu una grande cisterna romana di età primo imperiale. La cisterna, posta sulla sommità del poggio di grotta Renara, era alimentata da uno dei bracci secondari dell'acquedotto Traiano, e serviva l'abitato di Forum Clodii, che si sviluppava lungo il fianco del monte digradante verso il lago, spazio oggi occupato, parzialmente, dal complesso di S. Liberato.


Dopo l'abbandono avvenuto nella tarda età romana, il sito fu nuovamente frequentato nel tardo medioevo, quando i resti della cisterna furono reimpiegati come base per l'erezione delle abitazioni dei capannari che frequentavano la zona: queste strutture sono ancora oggi visibili, ben innestate nella costruzione romana.

Colonnacce: muri medievali
Il sito delle Colonnacce fu visitato nella prima metà dell'800 da Antonio Nibby, che ce ne lascia una breve descrizione.
Uscendo da questa vigna [San Liberato] e proseguendo a salire pel sentiero, che segue l'andamento del diverticolo antico, dopo un mezzo miglio, sul ripiano del monte è l'avanzo di un sepolcro antico, e ad oriente di questo una gran cisterna quadrilunga, costrutta a sacco, con scaglie di selce, divisa in due grandi aule o corsie da tredici pilastri [in realtà sono 16], il che le fa dare dal volgo il nome di colonnacce, e che probabilmente servì per la villa di Mezia. Essa è lunga 180 piedi, larga 34 e verso occidente, dove il monte sfalda è sorretta da contrafforti. L'interno è suddiviso da muri e fabbricati moderni, anche essi in rovina.
Il giorno 21 giugno 2013 l'Associazione Contea Pisciarelli ha guidato l'archeologo Giuseppe Cordiano, professore dell'Università di Siena, e la sua squadra, sul sito delle Colonnacce, affinché potessero effettuare i rilievi della cisterna.
La squadra del prof. Cordiano al lavoro con i rilievi delle "Colonnacce"
Come arrivare.
Dal parcheggio in zona archi di Boccalupo, prendere il sentiero sterrato che nasce tra due cancelli privati e proseguire sempre dritto, ignorando tutti gli incroci, fino alla sommità del colle, nel punto in cui troverete un crocevia e, sulla sinistra, il cancello della rete che avrete nel frattempo costeggiato. Attraversate il cancello e procedete lungo la strada, tenendo la sinistra. Le Colonnacce vi appariranno dopo aver oltrepassato un affioramelanto della via Clodia, sul sinistra, una volta che sarete giunti sul luogo.


Tappa precedente: via Clodia
Tappa successiva: Acquedotto Traiano

domenica 21 luglio 2013

"Antica Pisciarelli" 10: arco del "Ciurlo"

Arco del Ciurlo, decima tappa del percorso di archeonatura "Antica Pisciarelli".

Arco del Ciurlo

Il suggestivo arco permette all'acquedotto Paolo di scavalcare un piccolo affluente del fosso di Boccalupo.

Arco del Ciurlo
"Ciurlo" è il nome con cui l'arco è indicato dagli anziani di Pisciarelli.

Pianta del Condotto dell'Acqua Paola alle sue sorgenti (particolare)

Come arrivare.
L'arco del Ciurlo si trova al confine meridionale della proprietà di Borgo Paola, sulla sponda destra del fosso di Boccalupo. Nei mesi di secca può essere raggiunto guadando il fosso di Boccalupo (le cui sponde, in questo punto, sono facilmente praticabili) e risalendo per breve tratto il piccolo affluente.
In alternativa si può cercare, nascosto tra la vegetazione, un piccolo ponte di cemento che attraversa il fosso di Boccalupo pochi metri più a valle: giunti sull'altra sponda sarà facile individuare l'arco del Ciurlo, che è posto sul bordo destro della piccola radura.

Arco del Ciurlo
Carica le coordinate GPS sul tuo smartphone:

GPS



Tappa precedente: sfiatatore dell'Acqua Paola.
Tappa successiva:  cascatelle di Pisciarelli.

"Antica Pisciarelli" 9: lo "sfiatatore" dell'Acquedotto Paolo

Lo "sfiatatore" dell'Acquedotto Paolo, dodicesima tappa del percorso di archeonatura "Antica Pisciarelli".
Sfiatatore dell'acquedotto Paolo
Gli acquedotti antichi, lungo i tratti ipogei, avevano bisogno di punti di areazione, per l'ossigenazione dell'acqua: gli sfiatatoi. Questi manufatti, dalla forma spesso ogivale, e completamente chiusi (l'areazione avveniva per traspirazione della calce), assolvevano al duplice scopo di areatori e di punti di segnalazione del percorso dell'acquedotto.
Lungo la via comunale in terra battuta che costeggia il fosso di Boccalupo è possibile scorgerne un bell'esemplare, ricoperto di muschio e edera.


Come arrivare.
Da Pisciarelli. Percorrere la strada comunale in terra battuta (che nasce dalla via Olmata Tre Cancelli dopo aver superato il fosso di Boccalupo) fino ad una salita lunga ma di modesta pendenza, iniziata la quale, sulla destra, si apre un sentiero in discesa: prenderlo. Al termine della discesa seguire la strada verso sinistra: inizierete a costeggiare il fosso di Boccalupo. Proseguire facendo attenzione, sulla sinistra, all'apparizione dello sfiatatore: il manufatto giace in prossimità del bordo della strada, ma può essere nascosto dalla vegetazione.
Da S. Liberato. Partendo dall'arco di grotta Renara proseguire lungo la strada in terra battuta che costeggia il fosso di Boccalupo, in direzione contraria al corso delle acque. Il manufatto apparirà sul ciglio destro della strada, dopo che una scarpata piena di vegetazione avrà sostituito la parete di arenaria.
Da Borgo Paola. I clienti di Borgo Paola godono di un accesso privilegiato: superato il ponte del Pettinicchio, al quale si accede direttamente dal confine della proprietà, basterà percorrere il breve sentiero che porta alla strada comunale in terra battuta, quindi svoltare a sinistra e percorrere altro metro, scrutando il lato destro della strada.


Tappa precedente: bottino delle 25 vene
Tappa successiva: arco del Ciurlo

"Antica Pisciarelli" 3: il bottino del Belluccio

Nel bottino del Belluccio, terza tappe del percorso di archeonatura "Antica Pisciarelli", nasce l'acquedotto Paolo: si tratta, infatti, del punto di raccolta delle acque più occidentale dell'intero struttura.

Bottino del Belluccio
Il manufatto è visitato dal Nibby nella famosa escursione del 1825 in compagnia di Giacomo Palazzi, "architetto insigne per merito, e per modestia", volta a "rintracciare sui luoghi le sorgenti delle acque che anticamente venivano a Roma".

Particolare di una mappa del XVIII sec.

Il bottino del Belluccio capta le sorgenti dell'Acqua Praecilia, famosissima ed apprezzata per i suoi effetti benefici  fin dall'epoca romana. Con la costruzione dell'Acquedotto Paolo una porzione delle acque fu resa disponibile in loco con la costruzione del fontanile dell'Acqua Praecilia, tutt'oggi in funzione.

Come arrivare.
Procedendo lungo la strada comunale in terra battuta che nasce sulla via Olmata Tre Cancelli, passato il ponte sul fosso di Boccalupo, si noterà lungo il bordo sinistro del sentiero una radura con un vecchio casale nel mezzo. Procedendo lungo il sentiero per tutto il tratto che costaggia il casale, sulla destra si noterà, ad un certo punto, una modesta scarpata: scendendo con attenzione, a mezza altezza, sulla sinistra, sarà possibile individuare il bottino del Belluccio.


Casale dell'Acqua Praecilia


Tappa precedente: Ferratella
Tappa successiva: Acqua Praecilia

giovedì 18 luglio 2013

Rocca Romana

Con i suoi 614 metri e la sua forma aguzza, Rocca Romana è una presenza familiare non solo per chi vive sul lago di Bracciano, ma per molte zone della Campagna romana. Il monte, e le colline vicine, Monte Riccio, Monte Calvi, Poggio del Ceraso furono abitati in epoca protostorica da piccoli gruppi che sfruttarono evidentemente il carattere di fortezza naturale del sito, la presenza di acque sorgive e di numerosa selvaggina.
In età etrusca e soprattutto in età romana numerosi insediamenti agricoli si svilupparono alle sue falde: ad est del monte è ancora possibile vedere i resti di un ponte in opus quadratum.
Sulla sommità, in età medievale, era presente un un castello della famiglia dei Romani dei Venturini, da cui prese il nome il monte. I Romani dei Venturini erano imparentati con gli Orsini.
Nel medioevo nacque una disputa tra gli abitanti di Sutri e quelli di Trevignano per i diritti di legnatico: l'intervento mediatore del cardinale Guido Ascanio Sforza, nel 1551, permise di giungere ad un accordo, fissando i rispettivi confini. «Per tale felice avvenimento - scrive Paolo Bondi da Fiumalbo - fu fabbricata a spese comuni sul confineuna piccola cappella sotto il titolo della Madonna Santissima della Concordia, della quale si scorgono tuttora le vestigia, colla proibizione in perpetuo che né l'uno né l'altro Comune potesse innalzare di nuovo sulla cima di quel monte alcuna benché piccola fabbrica».
Agli inizi dell'800 la cima del monte fu meta di un'escursione di Antonio Nibby, che la descrisse come «quasi impenetrabile» e «covo presunto di numerosi briganti».



"Antica Pisciarelli" 18: il ponte del Pettinicchio

Ponte del Pettinicchio, quindicesima tappa del percorso di archeonatura "Antica Pisciarelli".


Il manufatto (inizi del '600), facente parte dell'acquedotto Paolo (che serviva il quartiere di Trastevere a Roma e le fontane di piazza S. Pietro), permetteva ai condotti di superare una prima volta il fosso di Boccalupo.
Il nome, come ci informa il Nibby, deriva dalla forma dell'arco, che ricorda quella "de' pettini, così denominati".

Particolare di una mappa del XVIII sec.

Come arrivare.
Gli ospiti di Borgo Paola godono di un accesso privilegiato, direttamente dal giardino della struttura.
In alternativa è possibile raggiungere il ponte seguendo la strada di terra battuta che collega la zona degli Archi di Boccalupo con S. Liberato, segnata in giallo nei percorsi di archeonatura "Antica Pisciarelli".



Tappa precedente: Fontanile delle due cavole e via Clodia
Tappa successiva: Bottino e fontanile del Micciaro

domenica 14 luglio 2013

"Antica Pisciarelli" 1: gli "Archi di Boccalupo"

Gli Archi di Boccalupo: tappa n. 1 del percorso di archeonatura "Antica Pisciarelli".


Una delle prime importanti opere volute da Livio I Odescalchi subito dopo acquistato il feudo di Bracciano (1696), fu la realizzazione di un acquedotto, per la cui realizzazione chiamò l'architetto comasco Carlo Buratti.
"L'acquedotto doveva condurre a Bracciano le acque captate dalle copiose sorgenti presenti nel territorio ai confini con Manziana, tra le quali quella del rivo della Fiora. La complessa macchina idraulica riuscì ad addurre ben 500 once d'acqua con condutture che procedono, in alcuni tratti, sotterranee, e in corrispondenza di due vallate, su mastodontici ponti in muratura con arcate a tutto sesto che ricordano le analoghe strutture romane. Ancora perfettamente conservate sono le arcate di Boccalupo, dove Buratti progettò un ponte di straordinarie dimensioni, a tre ordini di arcate che nella sovrapposizione assecondano l'andamento del fosso. Il ponte è in pietra, a eccezione degli archivolti delle arcate maggiori costruiti in mattoni. Essendo i primi due ordini aggettanti rispetto al terzo, è ricavato un camminamento".

(fonte: M.G. Pezone, Carlo Buratti. Architettura tardo barocca tra Roma e Napoli, 2008; E. Mariani, L'acquedotto Odescalchi di Bracciano, 2003)

Come arrivare.
Parcheggiate al punto P, quindi, a piedi, attraversate il ponte di cemento che scavalca il fosso di Boccalupo. Sul bordo destro della strada troverete una torre dell'ENEL e alcuni cancelli privati, mentre sulla sinistra, nascosto tra la vegetazione, rinverrete un ponticello di legno: attraversatelo e seguite il sentiero fino agli Archi di Boccalupo.

Gli archi di Boccalupo nel catasto Gregoriano
Utilizzando un lettore di codici QR potete localizzare il sito direttamente nel vostro smartphone, semplicemente mirando la l'obbiettivo della fotocamera sul seguente codice:


Tappa successiva:  la Ferratella

Vivere un'avventura: il percorso di archeonatura "Antica Pisciarelli"

Archeonatura "Antica Pisciarelli"
La contrada di Pisciarelli è un luogo magico, fatto di verde, di acqua e di tante pennellate di storia. Il territorio, che oggi ricade quasi interamente dentro i confini del Parco Naturale Regionale Bracciano - Martignano, è stato abitato e frequentato ininterrottamente fin dalle epoche più remote, ciascuna delle quali ha lasciato delle impronte, che la natura ha provveduto poi a ricoprire. Oggi, grazie ad una serie di percorsi studiati e elaborati dall'Ass. "Contea Pisciarelli", conosciuti come percorsi di archeonatura Antica Pisciarelli, è possibile riscoprire quelle testimonianze del passato, e apprezzarle nell'abbraccio geloso della natura
.

E' consigliabile avventurarsi lungo il percorso Antica Pisciarelli con MTB o in sella ad un cavallo, poiché a piedi richiede non meno di 4 ore (in questo caso sarà opportuno limitarsi ai P10 e P11 e destinare la visita ai P12 e P13 partendo da P14). Per chi avesse necessità di raggiungere il percorso in automobile, al punto P troverà lo spazio per posteggiare.

La difficoltà del percorso varia con le stagioni (in estate la vegetazione può costituire un impedimento alla visita di alcuni dei punti), ma è sempre necessario abbigliamento e attrezzatura adeguati: scarponi da trekking, pantaloni lunghi, riserva di acqua, mappa, bastone e telefono cellulare (c'è sempre campo).

Se si vuole disporre di una guida storico-archeologica potete rivolgervi ad uno dei nostri soci: l'agriturismo La Gismonda.

Segue la guida dettagliata dei punti di interesse:

6 - Sepolcro romano
7 - Cisterna romana delle Colonnacce
8 - Via Clodia
9 - Acquedotto Traiano
10 - Via Clodia
15 - Cascatelle di Pisciarelli
18 - Fontanile delle due cavole e Via Clodia

E se cerchi una guida clicca qui

"Antica Pisciarelli" 2: la "Ferratella"

La Ferratella: seconda tappa del percorso di archeonatura "Antica Pisciarelli".
La Ferratella
Inoltrandosi nei boschi pisciarellesi, in vocabolo Villa Flavia l'escursionista accorto potrà rinvenire i solitari e sperduti resti della "piccola ferrata" o "Ferratella", un vecchio forno fusorio. La struttura, costruita anche con laterizi recuperati da una villa romana, era ancora in attività quando vi passò il Nibby, durante una delle sue perlustrazioni della campagna romana, attorno agli anni '30 dell'800. La struttura è tipologicamente affine alla forno fusorio che si incontra in loc. Castel Giuliano di Bracciano, lungo il sentiero che conduce alle cascatelle.
Nei pressi si trovano altri resti murari facenti parte di un edificio che ospitava i lavoratori della ferrata o i coloni che lavoravano le terre nei paraggi, un tempo coltivate.

Resti di edificio abitativo sito nei pressi della Ferratella

Vicino al forno fusorio, come ricorda il Nibby, "trovasi la sorgente [dell'acquedotto Paolo] più occidentale di tutte, denominata della Ferratella": essa si trovava all'interno della "vigna denominata allora del Tenente".

Particolare di una mappa del XVIII sec.

Come arrivare.
Procedendo lungo la strada comunale int erra battuta che nasce sulla via Olmata Tre Cancelli, passato il ponte sul fosso di Boccalupo, si noterà sulla sinistra un sentiero che costeggia la rete di delimitazione di una proprietà priva al cui interno è visibile una scenografica casa sull'albero. Arrivato all'altezza della casa sull'albero il sentiero piega sulla destra, per poi morire dopo pochi metri: procedere dritti davanti a sé, facendosi largo tra la vegetazione, per circa 300 metri. Il primo manufatto che si rinverrà, sulla destra, è uno dei muri dell'edificio abitativo: più avanti, cercando di mantenere la direzione, apparirà la facciata della Ferrata. Poiché non esiste un vero e proprio sentiero che conduce fino ai monumenti sarà necessaria aprirsi un varco tra la vegetazione: prima di avventurarsi sarà necessario vestirsi adeguatamente (scarpe pesanti, vestiti lunghi, guanti), armarsi di bastone e, possibilmente, di un falcetto, verificare di avere campo sul proprio telefono cellulare, e munirsi di una scorta di acqua. Evitare di avventurarsi da soli.

La Ferratella nel Catasto Gregoriano


Tappa precedente: Archi di Boccalupo
Tappa successiva: Bottino del Belluccio

Lo sdolcinato pisciarello di Bracciano

Un tempo si coltivava a Bracciano, presso Pisciarelli, il vitigno "pisciarello", che produceva un uva dai chicchi chiari e dal sapore dolce. Il vino "pisciarello", molto apprezzato sulle tavole di tutta Europa, è rimasto famoso per il celebre ditirambo di Francesco Redi, contenuto nell'opera Bacco in Toscana: 
Quel cotanto sdolcinato,
Si smaccato,
Scolorito snervatello
Pisciarello di Bracciano


Nelle memorie di Sante Lancerio, "bottigliere" di Paolo III, si legge che:
Il vino di Bracciano è perfetto; Bracciano è il primo luogo di casa Orsina et è luogo inespugnabile. Questo vino è picciolo, e certo non sono vini da portare da luogo a luogo, se non nel verno. Sono anco di buoni vinetti a un luoco nominato Pisciarelli, dove sono molte capanne fatte di legname et terra. Dove habita Lombardi, Toschani, et di diverse provintie, che custodiscono le vigne secondo la sua patria, et il vino lo fanno il simile al mondo del suo paese. Di modo che qui si trovano di buoni et perfetti vini, ma in Roma sono buoni per il Verno. La State si trova qualche vino in quelle grotte, ed è molto appetitoso, ma vuole essere pigliato in fiaschi, perché alli caldi non resiste. Di questo vino, massime rosso, Sua Santità beveva alcuna volta nella Primavera quando era amabile, di bel colore et mordente sicché è buono et perfetto bere, per Signori et Prelati, nella detta Stagione.

Bracciano, pur essendo oggi compreso nella Provincia di Roma, appartenne, fino al 1816, alla Provincia di Patrimonio, terra pontificia in Tuscis.

Oggi il pisciarello è uno dei 350 vitigni italici di antica coltivazione conosciuti e catalogati.

Il Castello di Bracciano. Guida Storico-Artistica (di L. Borsari e R. Ojetti)

Negli anni 1890-1896 l'architetto romano Raffaele Ojetti cura il restauro del castello Orsini-Odescalchi di Bracciano, per incarico dell'allora proprietario Baldassarre IV Odescalchi.
Dall'esperienza maturata durante i lavori, l'arch. Ojetti, assieme a Luigi Borsari da alle stampe il libro "Il Castello di Bracciano. Guida Storico-Artistica".
Il volume, oltre a fornire un interessante ed esauriente compendio di storia braccianese, costituisce tutt'oggi un punto di riferimento per visitare e conoscere il castello di Bracciano.



Il volume integrale è stato digitalizzato e messo a disposizione gratuitamente dalla nostra associazione per la consultazione e il download a questo indirizzo.

Sarà una lettura preziosa per le vostre ricerche, o, perché no, per prepararvi (e accompagnarvi) alla visita del Castello di Bracciano.



La verità e la bucia (di A. Giaquinto)

Copertina del libro

Nella prima metà del '900 era attiva in Bracciano la tipografia Strabioli, fondata attorno al 1900 da Costantino Strabioli. La tipografia, che aveva sede in via Flavia (accanto a Cecchi) è stata protagonista di una intensa attività editoriale, fino agli anni '50, quando, via via, le pubblicazioni si sono fatte sempre più rare (l'ultima opera edita nota è "La preghiera in S. Paolo" di don Tommaso Stenico, quando era ancora sacerdote a Bracciano). L'attività delgi anni '10 e '20 si caratterizza per la stretta collaborazione con Adolfo Giaquinto, rinomato chef poeta, che con la Strabioli ha pubblicato diverse raccolte di poesie in dialetto romanesco e libri di ricette. Come poeta, al tempo, raccolse un discreto successo, fin quando fu oscurato dall'affermarsi del Trilussa; come cuoco, invece, rimase sempre un'autorità, esercitando una notevole influenza sulla nipote (come zio) Ada Boni, autrice del fortunatissimo "Il talismano della felicità". Vi proponiamo in ebook una delle raccolte poetiche pubblicate con la Strabioli: "La verità e la bucia" (1907).

Il volume integrale è stato digitalizzato e messo a disposizione gratuitamente dalla nostra associazione per la consultazione e il download a questo indirizzo.

sabato 13 luglio 2013

Il prof. Barlocci e il Lago di Bracciano

Un tributo al lago di Bracciano, che viene da lontano...

Lago di Bracciano
Fra tutt'i laghi vulcanici, da' quali è in gran parte ricoperto il suolo Romano, il Sabatino volgarmente detto di Anguillara, e di Bracciano, è uno dei più vasti, e dei più interessanti a conoscersi dal Fisico naturalista. I paesi di Bracciano, di Anguillara, e Trevignano, e varj altri piccoli villaggi gli fan corona all'intorno; e si ritorce lungo il suo giro in variati seni, che costeggiati da ubertose valli e da ridenti colline, ne rendono pittoresco l'aspetto, e dilettevole il soggiorno.

Lago di Bracciano, sponda di Vicarello

La fonte è: Saverio Barlocci, Ricerche fisico-chimiche sul lago Sabatino: sulle sorgenti di acque minerali che scaturiscono ne' suoi contorni e principalmente sulle acque termali di Vicarello, Roma, tip. dell'Ospizio Apostolico presso Pietro Aurelj, 1843.

Il volume integrale è stato digitalizzato e messo a disposizione gratuitamente dalla nostra associazione per la consultazione e il download a questo indirizzo.